Disfagia associata al rachide cervicale e disturbi posturali

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L’ articolo che presento oggi analizza in modo dettagliato le possibili cause di disfagia e le correlazioni che si possono presentare in ambito patologico, anatomico e funzionale.

Grazie agli innumerevoli studi citati, la disfagia è stata riportata come complicazione di malattie degenerative neurologiche, post-interventi chirurgici, disordini respiratori, alterazioni posturali cranio-cervicali o patologie e disfunzioni del rachide come per esempio iperlordosi, ipolorodosi o cifosi cervicale, scoliosi, osteofitosi e degenerazione discale con o senza impingement radicolare.

Nello specifico gli osteofiti cervicali anteriori sono descritti come una possibile causa di disfagia nei pazienti anziani associandosi ad altri sintomi come odinofagia, sensazione di corpo estraneo in gola, disfonia, tosse ma anche cefalea, vertigini e dolore cervicale. La risoluzione risulta essere chirurgica risolvendo i segni e sintomi del paziente se il trattamento conservativo non dovesse avere successo.


Se si dovesse prendere in considerazione il sistema miofasciale, studi dimostrano che i muscoli cervicali profondi (longus colli and longus capitis) hanno un ruolo fondamentale nella stabilizzazione vertebrale cervicale e che un loro deficit potrebbe incidere sulla corretta deglutizione.


In ambito posturale, altri studi hanno valutato le varie posture cranio-cervicali (chin-down posture, head-back posture, head-tilt posture, and head rotation) e hanno dimostrato che i pazienti assumono una chin-down posture per proteggere le vie aeree durante la deglutizione. Questo dato risulta importante se preso in considerazione nell’anamnesi e valutazione osteopatica in quanto può risultare utile per attuare poi il corretto piano di trattamento o per indagare le possibili connessioni viscerali, miofasciali e neurologiche da valutare in modo più approfondito.

In presenza di grave scoliosi cervicale, si è dimostrato che i pazienti potrebbero soffrire di disfagia causata da una compressione del tratto gastro-intestinale superiore, situazione aggravata se associata a condizioni più critiche come la Sprengel’s deformity.

L’ articolo cita anche studi che approfondiscono le correlazioni tra iperlordosi, ipolordosi o cifosi cervicale e disfagia, OSA (obstructive sleep apnea) e posizione della mandibola che potrebbero causare stenosi delle vie aeree e alterazione della deglutizione.
Considerando che durante la deglutizione vengono reclutati 6 nervi cranici (trigeminal, facial, glossopharyngeal, vagus, accessory, and hypoglossal) e 4 nervi cervicali (C1, C2, C3, and C4) sarebbe utile considerarli nella valutazione e, se necessario, nel trattamento osteopatico. Grazie ai dati esposti, questo articolo ci può far riflettere sull’ integrazione dell’ osteopatia nel trattamento della disfagia correlata alle varie cause sopracitate.

Quando le cause non sono irreversibili o non correlate a degenerazione del sistema nervoso centrale, si dovrebbe procedere con una accurata valutazione e, se in disfunzione, con il trattamento viscerale della trachea, esofago e mediastino e gastro-intestinale superiore, delle componenti miofasciali come per esempio i sovra-sotto ioidei, la fascia bucco-faringea, la lingua e il pavimento buccale e dei disordini cranio-cervico-mandibolari associati, senza trascurare l’ importante valutazione e trattamento dei nervi cranici sopracitati.

La valutazione e il trattamento osteopatico viscerale, neurologico, strutturale e miofasciale si integra perfettamente con l’ approccio multidisciplinare sia esso correlato a intervento medico chirurgico, ad esercizi di rinforzo isometrico della muscolatura orofociale e cervicale o in collaborazione con altre specializzazioni come per esempio la logopedia, completando in modo ottimale il piano terapeutico.

Buona osteopatia a tutti
Filippo Tobbi D.O.

Link articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23959456/
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